martedì 24 agosto 2010

Il cavalluccio marino

Visto l'incontro non proprio comune con il cavalluccio marino all'Argentarola durante il nostro full day...scopriamo qualcosa di più su questo strano pesce.

Il cavalluccio che abbiamo avuto la fortuna di vedere ha come nome scientifico Hippocampus guttulatus (ci sono anche altre specie di cavalluccio). Solitamente questo pesce si trova su fondali a Posidonia oceanica o fondi ricchi di alghe, a partire dai primi metri fino a 20-25 m.

Il cavalluccio è caratterizzato da un corpo fortemente compresso che termina con una coda lunga e quadrangolare. Tutto il corpo è ricoperto da anelli ossei muniti di spine e filamenti anche ramificati. Il muso termina con una piccola bocca. Può raggiungere i 15 cm di lunghezza.
La colorazione solitamente è castano scuro tendente al nero verdastro con macchie bianco-celesti, bianco-argento e giallastre. Esistono esemplari con la parte anteriore del tronco gialla o rossa; altri sono interamente gialli o rossi.
La specie è solita afferrare con la coda prensile le foglie di Posidonia o le fronde delle alghe. Nuota lentamente grazie alla pinna dorsale.
Si riproduce tra maggio e luglio, maschio e femmina avvolgono tra loro le code. La femmina deposita le uova nella tasca di incubazione del maschio. La gestazione dura 21 giorni e al termine di essa i neonati sono completamente formati. 

Si ciba di piccoli crostacei.

domenica 15 agosto 2010

Effetto a catena


Riporto una notizia molto interessante uscita sulla rivista Subaqva di questo mese.

Sembra che i cicli biologici delle singole specie interagiscano e si influenzino tra loro anche su distanze grandissime.
Uno scienziato americano ha pubblicato sulla rivista "Procedings of the National Academy of Sciences" un modello matematico che dovrebbe facilitare la gestione delle risorse marine e la loro conservazione.La morte dei mitili di San Diego ha un effetto che si risente rapidamente a Seattle. Anche se nella sua vita la larva di un mitilo si sposta al massimo di un centinaio di chilometri prima di insediarsi nella sua posizione definitiva da adulto, la sua presenza o assenza innesca fenomeni che si propagano come un effetto domino nel raggio di u n centinaio di chilometri. Le specie marine, attraverso fenomeni semplici come l'emissione delle uova e la liberazione di larve, comunicano in una rete globale ed ogni interruzione ha ripercussioni a lunga distanza.

E' proprio vero che la complessità degli ecosistemi è sconfinata!

Tratto da Subaqva Agosto 2010 - articolo di Massimo Boyer

venerdì 6 agosto 2010

La Balena - video

Ieri sera mi sono imbattuta in questo video sulle balene...saranno state le immagini, sarà stata la musica, sarà stata la voce narrante...fatto sta che sono rimasta colpita, per non dire commossa!
Sotto trovate il link del video e ho trascritto in italiano le parole del narratore.

"Più del 90% dello spazio favorevole alla vita è costituito dagli oceani che sono la casa del più grande animale che esiste o sia mai esistito sul nostro pianeta: la balena.
Alcune pesano più di 200 tonnellate, il doppio del più grande dinosauro. Nonostante la loro grossa taglia abbiamo una minima idea di dove viaggiano nella vastità degli oceani e sappiamo poco o nulla su dove vanno a riprodursi.
Il più grande animale del mondo si nutre esclusivamente di krill, uno dei crostacei più piccoli; introducono molte tonnellate in una sola volta e ne filtrano il contenuto. Ogni giorno inghiottono circa 4 tonnellate di krill.
I loro pasti dipendono dalla fertilità degli oceani, ma i cambiamenti minacciano i grandi bloom di plancton da cui dipendono le balene.
Non troppo tempo fa 300.000 balene vagavano negli oceani, ora ne rimane meno del 3%.
Il nostro pianeta è pieno di meraviglie, quando le scopriamo non solo accresciamo la nostra conoscenza ma anche la nostra forza.
Non abbiamo solo il futuro delle balene nelle nostre mani ma anche la sopravvivenza di tutto il mondo naturale in tutte le parti del pianeta.
Possiamo distruggere o possiamo averne cura. La scelta è la nostra"