martedì 28 luglio 2009

I pesci pulitori


Un altro esempio di simbiosi sono la collaborazione ed il comportamento dei pesci pulitori.
I pesci non hanno appendici per pulirsi, allontanare parassiti, eliminare le scaglie morte o i residui di cibo. Così, quando serve, ricorrono ai pesci pulitori che sono piccoli ma lunghi, agili e sottili e molto abili nello scovare anche ilp iù piccolo parassita.

Il pesce pulitore è riconoscibile per la colorazione e per il suo tipo di nuoto dandato: esso accoglie il cliente con una danza. Prima di iniziare a lavorare gli nuota intorno andando su e giù e poi lo invita a distendere le pinne e ad aprire la bocca dandogli leggeri colpetti con il muso.
Poi comincia a girargli intorno per lavorare.

Ma anche sott'acqua ci sono delgi impostori che sono sosia dei pesci pulitori: con questo inganno si avvicinano ai clienti ma anzichè ripulirli dai parassiti danno loro un morso sul corpo o sulle pinne. (nel disegno il pesce B è l'impostore)

Anche alcuni gamberetti hanno la vocazione del pulitore: loro sono specializzati nei pesci che vivono a contatto con il fondo come le murene. Con le pinzette che hanno alla fine delle prime zampe sono in grado di fare un lavoro minuzioso.


domenica 19 luglio 2009

L'unione fa la forza

Gli organismi hanno individuato due modalità per unirsi:
- la simbiosi
- la vita di gruppo.

In questo post vedremo qualche esempio di simbiosi...ma intanto cosa vuol dire questa parola?
Significa "vita assieme".

L'esempio più classico di simbiosi è quello che porta alla formazione della barriera corallina che si forma grazie ai coralli costruttori. I coralli vivono in simbiosi con delle alghe microscopiche che si chiamano zooxantelle e che vivono all'interno dei loro tessuti.
Le zoozantelle, grazie alla fotosintesi, producono del materiale che viene mangiato dai coralli che quindi possono crescere e nutrirsi.
In Mediterraneo l'unica madrepora di questo tipo è Cladocora caespitosa (ma questo sarà un altro racconto).

Animali come gamberetti, granchi, pesciolini appetitosi e privi di difese si associano con altri esseri come spugne, meduse, coralli che offrono loro riparo.
Questo tipo di simbiosi viene detto commensalismo: il commensale ricava un vantaggio dall'associazione perchè ha rifugio sicuro e spesso anche cibo. L'ospite è indifferente: può vivere bene anche da solo, al massimo il suo commensale lo aiuta a ripulirsi, ma non è indispensabile.

Spesso è possibile vedere tra i tentacoli della Cassiopea i piccoli di alcuni pesci pelagici che stabiliscono una simbiosi con la medusa. Loro vivono vicino (ma non troppo) ai tentacoli per trovare protezione dai loro predatori ma anche per riuscire a catturare qualcosa da mangiare.









Tra i tentacoli urticanti dell'Anenome dorato vive questo piccolo granchio che solitamente si nasconde vicino alla loro base. Il granchio riceve protezione dall'anemone e si nutre di piccoli pesci. La stessa cosa vale per questo piccolo gamberetto.

A volte sul fondo del mare nascono anche delle strane amicizie come quella della remora con la tartatuga o con lo squalo: la remora ripulisce il suo ospite dai parassiti ed in cambio ottiene da mangiare.

Ci sono poi simbiosi così antiche che i due animali sono diventati talmente dipendenti l'uno dall'altro da non poter più vivere da soli: è come se fossero un organismo solo.

L'esempio più famoso è quello del pesce pagliaccio con l'anemone: il pesce diventa immune alla puntura dell'anemone e usa i suoi tentacoli come nido per le uova e casa. Con il tempo la sua colorazione è diventata appariscente, le sue pinne sono diventate grandi e tonde non permettendogli di nuotare normalmente, quindi se non si potesse infilare nell'anemone sarebbe una facile preda.
L'anemone invece diventa grande, perde la capacità di ritirarsi completamente ma viene difesa dal pesce pagliaccio.
Questo scambio reciproco è il significato della simbiosi!



Pensate che sia finita qui?! Certo che no!! Prossimamente uscirà un altro post in cui vedremo altri esempi di simbiosi che sono legati ai pesci pulitori...quindi tenete d'occhio il blog!

venerdì 10 luglio 2009

La bavosa ruggine

La bavosa ruggine, il cui nome scientifico è Parablennius gattorugine, è uno dei pinnuti che si incontra costantemente sott'acqua. Un pesce dalle piccole dimensioni ma bellissimo da osservare sia per la livrea sia per le sue abitudini comportamentali. E' uno dei soggetti più fotografati anche perchè essendo molto curiosa si avvicina all'obiettivo...
E quindi vediamo di conoscere un pò meglio questo simpatico pescetto.

Caratteristiche. Ha il corpo abbastanza allungato e schiacciato lateralmente, con profilo arrotondato e occhi grandi situati sulla sommità del capo. Anche la bocca è molto grande. Presenta un grosso tentacolo frangiato sulla narice, sotto gli occhi. La pinna dorsale è continua. Sul corpo spiccano da sei a otto fasce verticali bruno-seppia nerastre che si estendono anche sulla dorsale. Talvolta esiste anche una linea mediana longitudinale scura. Le pettorali possono avere punteggiature rosse sulla parte posteriore. Gli esemplari giovanili sono brillantemente colorati. Generalmente raggiunge una lunghezza di 20 centimetri, ma in alcuni casi sono stati trovati esemplari che raggiungono anche i 30 centimetri. E il più grande tra tutti i blennidi.

Dove vive. Ama i luoghi con pietre di medie dimensioni e acque abbastanza basse: può vivere anche in un metro d'acqua. Si riproduce all'inizio della primavera e lascia il maschio a custodire le uova che ha deposto nelle fenditure della roccia. Il maschio, per ossigenarle, crea sopra di esse una corrente d'acqua. Inoltre, il maschio durante il periodo riproduttivo acquista una colorazione cioccolato e sviluppa ghiandole bulbose alla base dei raggi spinosi della pinna anale.

Dopo un mese le uova si schiudono e a partire da metà estate gli individui giovani si stanziano sul fondo.