mercoledì 19 dicembre 2012

Aggiornamenti sul progetto Arion

 
 
Esattamente un mese fa avevamo pubblicato la notizia relativa al progetto Arion legato alla salvaguardia dei delfini. - di fianco il link dell'articolo ARION
 
Sotto potete leggere una notizia relativa agli aggiornamenti su questo importante progetto tutto italiano!

Idrofoni per difendere i delfini. E' il sistema adottato nell'ambito del progetto Arion diventato operativo nell'Area Marina Protetta di Portofino. Il passaggio dei delfini e il movimento in loro presenza delle barche da diporto verranno monitorati d'ora in poi grazie a due grosse boe dotate di idrofoni, posizionate in mare.
Il progetto è il primo di questo tipo in Europa. L'obiettivo è di tenere sotto controllo il comportamento dei fruitori dell'Area Marina ed eventualmente intervenire in caso di comportamenti inadeguati. Cofinanziato al 50% dall'Unione europea nell'ambito del programma LIFE+ 2009 e supportato dal ministero dell'Ambiente e dalla Regione Liguria, il progetto Life+ Arion ''Systems for Coastal Dolphin Conservation in the Liguria Sea'' ha preso il via circa un anno fa. Oltre all'Amp, sono coinvolte l'università di Genova (dipartimenti di Fisica e di Biologia della Facolta' di Scienze), la Capitaneria di porto e la Softeco, una società genovese che si occupa di software. L'Area Marina Protetta di Portofino è stata scelta in quanto e' un corridoio ecologico ideale per la presenza di una popolazione residente di delfini.
Life+ Arion , spiegano all'Area Marina Protetta di Portofino, è nato con l'obiettivo principale di «Contribuire efficacemente alla conservazione e valorizzazione del delfino costiero e si propone di utilizzare strumenti che possano contribuire alla gestione delle interazioni tra la specie e le attività nautiche, coerentemente con le finalità delle Aree Marine Protette (Amp) in Mar Ligure e più in generale del Santuario internazionale dei Cetacei "Pelagos". Questo al fine di prevenire il rischio di perdita di habitat, intesa in termini di declino del numero di individui». Oltre alla messa in mare delle boe con gli idrofoni, il progetto prevede anche lo sviluppo di una normativa che regoli la navigazione in presenza dei cetacei, ovvero un protocollo di condotta da seguire in presenza della specie concordato con gli stakeholders (turisti, pescatori professionisti e ricreativi, diportisti, subacquei..ecc) e la Capitaneria di Porto che svolgerà azione di sorveglianza. E' inoltre prevista l'installazione, nei porti turistici attorno all'area marina (Camogli, Portofino, Santa Margherita, Rapallo, Chiavari) di postazioni informatiche (totem) volte a fornire una descrizione delle finalità del progetto, delle problematiche relative alla conservazione della specie, al comportamento da tenere in presenza dei cetacei e l'informazione in tempo reale, riportata su appositi monitor, della posizione dei delfini nell'area del progetto. Le stesse informazioni devono poi essere riportate in un sito web.
 
Fonte: www.ansa.it

lunedì 3 dicembre 2012

Le meduse e il segreto dell'immortalità

 
Da millenni, l’uomo ha cercato disperatamente la ricetta dell’elisir di lunga vita, il segreto dell’immortalità. Uno studio, iniziato molti anni fa e ripreso nell’ultimo periodo, ha dimostrato come l’immortalità esista, ma, purtroppo non è l’uomo l’essere che può beneficiarne.
Esiste un solo essere vivente che può vivere all’infinito; l’unico che può definirsi a pieno titolo immortale; è la medusa Turritopsis dohrnii, la quale è in grado di trasformarsi di nuovo in polipo e ricominciare da capo la sua vita.
La scoperta risale, addirittura, all’estate del 1988, quando Christian Sommer, un ventenne tedesco studente di biologia marina, si trovava sulla riviera di Rapallo, per studiare piccoli invertebrati simili a meduse o a coralli molli, l’Hydrozoa. Facendo ogni mattina snorkeling nelle acque del mar ligure, Sommer si imbatté in questa particolare specie di medusa, la Turritopsis dohrnii, oggi comunemente conosciuta come la medusa immortale.
Il giovane osservò la medusa per giorni e si accorse che l’essere non solo non moriva, ma sembrava ringiovanire di giorno in giorno fino a ricominciare un nuovo ciclo vitale.
 
La scoperta incuriosì alcuni biologi genovesi che vollero approfondire gli studi su questa particolare specie di medusa e nel 1996 pubblicarono un dossier in cui dimostrarono come questa medusa potesse, in ogni fase della propria vita, trasformarsi di nuovo in un polipo, scampando così alla morte. Questa scoperta, rivelarono gli scienziati, sembrò sfatare la legge fondamentale del mondo naturale, ovvero quella per cui si nasce e poi si muore.
 
Tuttavia, al di fuori dell’ambito accademico, la scoperta non riscosse molto interesse; ma a 16 dalla pubblicazione del dossier, molti sono stati i passi in avanti, si è, infatti, scoperto, che il processo di ringiovanimento della Turritopsis dohrnii è causato da un forte stress ambientale o da aggressioni fisiche. Inoltre, non è da escludere che le cellule della medusa immortale subiscano un processo di transdifferenziazione, ovvero le cellule si convertono da un certo tipo ad un altro, ad esempio, una cellula della pelle che si trasforma in una cellula nervosa; come avviene nelle cellule staminali umane.
 
L’inversione del ciclo della vita rimane comunque un mistero; coltivare in laboratorio questa medusa è un’impresa a dir poco ardua; finora, l’unico ad esserci riuscito è il giapponese Shin Kubota; il quale accudisce e studia il suo esemplare da 15 anni.
Negli ultimi decenni la medusa immortale si è diffusa in tutti gli oceani del mondo; probabilmente sfruttando l’autostop delle navi da carico; la specie è molto diffusa, oltre che nel Mediterraneo, anche a largo delle coste di Panama, della Spagna, della Florida e del Giappone. Un’invasione silenziosa di un essere immortale.