martedì 18 ottobre 2016

Il pesce scorpione nel Mediterraneo



Il pesce scorpione  raggiunge lo  Stretto  di  Sicilia. Massima allerta per la specie aliena È  stata segnalata  di  recente  in  Tunisia  (Golfo  di  Tunisi e  Stretto  di Sicilia)  la  cattura  di due esemplari di  pesce scorpione  Pterois  miles,  specie aliena  originaria  del  Mar  Rosso.   Conosciuto  per  aver  colonizzato  gran  parte  delle coste Atlantiche  occidentali  e  il Mediterraneo  orientale,  il  pesce scorpione è una  delle specie  marine  più  invasive  al  mondo. Le lunghe  e  sottili  spine  velenose, poste  sulle  pinne  dorsali, lo rendono  estremamente pericoloso  per  la salute umana.  Alla  base  di tali spine  sono  presenti  alcune  ghiandole  che  producono  un potente veleno;  nel  peggiore dei  casi,  l’eventuale puntura può  avere  effetti  letali  per  l’uomo.  Il  veleno si mantiene attivo dalle  24  alle  48 ore  dopo  la  morte  del  pesce:  la  pericolosità  resta, quindi,  elevata anche su esemplari  morti  da  diverse  ore. La  recente segnalazione  di  pesci  scorpione  in  Tunisia  ed  in  particolare  nello  Stretto  di Sicilia,  lascia  ipotizzare  un  imminente arrivo  nelle acque  italiane,  come  già accaduto  per  altre specie aliene (ad  esempio,  il  pesce palla maculato  Lagocephalus  sceleratus).   Si  ritiene  dunque  necessario, come  peraltro indicato nelle  raccomandazioni  internazionali sulla  mitigazione  degli effetti delle  specie  aliene,  dare  ampia  diffusione  della  notizia  alla cittadinanza e  alle categorie maggiormente interessate,  quali  le  associazioni  di  pescatori professionisti e  sportivi,  i mercati ittici,  i veterinari  e  gli altri operatori del mare.   Chiunque  catturi o  avvisti  un pesce  scorpione  è  invitato a  fotografare  l’esemplare, congelarlo  se possibile,  dare immediata comunicazione alla Capitaneria di  Porto  locale e segnalare l’osservazione alla sede  ISPRA  di Palermo  ai  numeri  di  telefono  091/6114044-7302574 e all’indirizzo:  alien@isprambiente.it . 

venerdì 1 luglio 2016

Il pesce luna


Il pesce luna (Mola mola dal latino mola, "macina, mola") è il più grande tra i pesci ossei (gli squali sono, invece, pesci cartilaginei). Gli esemplari più grandi possono raggiungere un'altezza di 4,2 metri, 3 metri di lunghezza e circa 2 tonnellate. La sua pellenospita fino a cinquanta specie di parassiti e microorganismi, i quali possono provocare il fenomeno della bioluminescenza.
Si tratta inoltre di un pesce estremamente longevo: si ritiene che possa superare ampiamente i cento anni di età.
In inglese viene chiamato sunfish, presumibilmente tanto per la sua forma, quanto per le sue dimensioni e per il fatto che durante le giornate di sole tende a salire alla superficie dell'acqua.
Una femmina può deporre fino a 1,5 milioni di uova per volta e fino a 300 milioni di uova durante il ciclo vitale. Le larve hanno il diametro di appena due o tre millimetri.
Il pesce luna si nutre di plancton, di piccoli pesci e di meduse.

venerdì 29 aprile 2016

Pesce palla maculato

Questa notizia ha bisogno della massima diffusione!
In Mediterraneo si sta verificando l'invasione del PESCE PALLA MACULATO (Lagocephalus Sceleratus).

E' ALTAMENTE TOSSICO AL CONSUMO ALIMENTARE. POTENZIALMENTE MORTALE!!!

Nel caso l'aveste già incontrato o lo doveste incontrare segnalate avvistamento con data e luogo!

sabato 2 aprile 2016

Il ciclo di vita delle meduse


Gironzolando il rete ho trovato questo video veramente emozionante sul ciclo vitale delle meduse.
Dalla fase a idrogeologico fino alla fase planctonica.. intanto gustatevi il video.. in un prossimo post scriveremo nel dettaglio come nasce una medusa


sabato 27 febbraio 2016

Il mare non vale una cicca!



I mozziconi di sigaretta sono rifiuti pericolosi per l’ambiente e non facilmente biodegradabili. Le fibre di acetato di cellulosa, di cui è composto il filtro, una volta immesse nell’ambiente, non scompaiono ma vengono semplicemente frantumate: in questo modo si accumulano nel suolo e nelle acque superficiali e marine. II danno ambientale, viene aggravato dalle 4000 sostanze chimiche che il filtro ha assorbito durante la combustione della sigaretta. Le cicche sono un rifiuto pieno di sostanze tossiche e, se gettate in acqua, diventano un time‐relased di composti chimici pericolosi.

L’emergenza ambientale provocata dai mozziconi è frutto della mancanza di norme comportamentali, della scarsa consapevolezza della loro pericolosità e della cattiva gestione di questo rifiuto. Le cicche di sigaretta disperse nell’ambiente naturale non sono solo brutte da vedere, ma costituiscono una reale minaccia per la vita acquatica e la fauna selvatica. Già la sola nicotina presente in una sigaretta, in caso di ingestione accidentale, potrebbe risultare mortale per un bambino in tenera età. Test di tossicità acuta hanno evidenziato come una cicca di sigaretta in 1 litro di acqua sia in grado di uccidere più del 50% di microorganismi quali Daphnia magna, un piccolo crostaceo alla base della catena alimentare acquatica. Sono stati trovati mozziconi nello stomaco di pesci, uccelli, tartarughe, balene e altre creature marine. Ogni anno milioni di animali marini perdono la vita a causa dell’ingestione di cicche di sigaretta scambiate per cibo.

mercoledì 27 gennaio 2016

Un mare di plastica


Circa un terzo delle plastiche prodotte finisce negli oceani tanto che si è formato quello che viene chiamato il "settimo continente" che è in continua crescita.
Uno studio del World Economic Forum realizzato da Ellen McArthur ha rilevato che a partire dagli anni '50 l’uso della plastica è aumentato di circa 20 volte ed è destinato a raddoppiare nei prossimi 20 anni, tanto che nel 2050 ci sarà più plastica che pesci in mare.
Stando al rapporto, dal 1064 ad oggi si è passati da una produzione di plastica di 15 milioni di tonnellate a circa 310 milioni. Sembra che oggi vi siano 150 milioni di tonnellate di plastica galleggiante in mare.

Per leggere il rapporto completo cliccate sotto

sabato 9 gennaio 2016

In pericolo il Corallo di Napoli



Iniziamo il 2015 della sezione Biologia Marina condividendo un articolo dedicato al corallo rosso di Napoli che purtroppo è in pericolo a causa della presenza di numerose reti abbandonate.

Leggendo l'articolo e soprattutto guardando le foto, ci si rende conto di come sia fondamentale conoscere quest realtà per cercare di tutelare un tratto di mare così ricco per biodiversità!

Sotto il link per leggere l'articolo