giovedì 26 luglio 2012

Come le specie invasive cambiano le abitudini alimentari dei pesci


Un'interessante ricerca affronta il problema dell'invasione della Caulerpa racemosa.
Un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato su PlosOne l'interessante studio "Subtle Effects of Biological Invasions: Cellular and Physiological Responses of Fish Eating the Exotic Pest Caulerpa racemosa". La ricerca affronta il problema dell'invasione dei fondali marini del Mediterraneo da parte della Caulerpa racemosa penetrando anche nelle Aree marine protette (Amp) e modificando la struttura degli habitat e gli schemi distributivi degli organismi che ci vivono.
I ricercatori coordinati dall'Università del Salento e dal Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare (Conisma) hanno studiato le coste dell'Amp pugliesi di Torre Guaceto e Porto Cesareo, per valutare la presenza e l'importanza dell'interazione tra le alghe invasive e la specie endemica del sarago maggiore (Diplodus sargus) ed hanno scoperto che questo pesce mangia la Caulerpa racemosa e accumula l'alcaloide caulerpina in molti dei suoi tessuti. Lo studio dimostra che la presenza della Caulerpa racemosa ha cambiato le abitudini di foraggiamento del sarago maggiore: « Nelle zone invase, abbiamo trovato una elevata frequenza di occorrenza di C. racemosa i nel contenuto dello stomaco di questo pesci onnivori (72,7 e 85,7%), mentre l'alga non è stata rilevata nei pesci da una zona di controllo. Abbiamo anche trovato un significativo accumulo di caulerpina, uno dei principali metaboliti secondari di C. racemosa, nei tessuti del pesce». Il livello di caulerpina (una tossina contenuta in queste alghe "killer" che viene liberata quando ne viene recisa una parte), nei tessuti dei saraghi è stato utilizzato come indicatore dell'esposizione trofica dell'alga invasiva e collegato ad alterazioni cellulari e fisiologiche che sono state osservate.
I risultati dello studio hanno quindi rivelato che «l'inserimento di specie alloctone nei sistemi subtidali può alterare le reti trofiche e può rappresentare un importante meccanismo indiretto che potrebbe contribuire a influenzare le variazioni degli stock ittici e, anche, l'efficacia dei regimi di protezione.
Le specie aliene, come la Caulerpa racemosa, che hanno invaso il Mar Mediterraneo e le sue Amp sembrano avere un impatto maggiore di quanto si pensasse sulle abitudini alimentari di alcune specie demersali, colpendo le popolazioni di pesci.
Coniugando chimica organica, ecotossicologia ed ecologia, questo studio cerca di chiarire il potenziale impatto della C. racemosa sul D. sargus, fornendo nuove informazioni sui meccanismi cellulari attraverso i quali le invasioni biologiche possono influenzare la biodiversità e, quindi, l'efficacia dei regimi di protezione.
Negli stomaci dei saraghi maggiori sono stati identificati 11 principali alimenti e trea questi la Caulerpa racemosa è risultato il più importante per frequenza e rilievo.
Il passaggio da una dieta composta da animali e piante a una dieta basata principalmente sull'alga invadente potrebbe influenzare le proprietà organolettiche e la qualità nutriente di questa risorsa ittica importante dal punto di vista economico. Il valore nutrizionale, il gusto e il sapore del filetto del pesce infatti, dipendono sia dalla quantità di grassi e dalla composizione degli acidi grassi che dagli aminoacidi del muscolo che sono tutti fortemente influenzati dalla dieta.

domenica 15 luglio 2012

A proposito di acciughe...


Dopo aver postato sulla sezione principale un video con un banco di acciughe in movimento vediamo di saperne un pò di più del perchè alcuni pesci, soprattutto quelli di piccole dimensioni, si riuniscono in gruppo e come fanno a stare così vicini...

Il tutto si potrebbe sintetizzare con il motto "l'unione fa la forza": insieme per attaccare e difendersi

La strategia di formare un gruppo risulta efficace perchè l'ambiente da controllare è particolarmente ampio e il pericolo può arrivare da qualunque direzione. Essere soli in mare aperto può portare a morte sicura mentre essere in tanti dà una maggiore opportunità di sopravvivenza.

Il banco appare come un grosso pesce.
Il gruppo si chiama banco e al suo interno non ci sono regine o maschi dominanti ed i pesci sono tutti uguali.
Nel banco i pesci nuotano tutti assieme, nella stessa direzione e si spostano con la stessa velocità.
I pesci sono molto vicini tra di loro ma non si toccano mai perchè potrebbero ferirsi visto che la loro pelle è molto delicata. Come riescono a fare tutto questo? Utilizzano la vista e la linea laterale.


In caso di attacco il banco si muove con cambi veloci di direzione che disorientano il predatore: il banco può aprirsi a ventaglio o effettuare un'apertura a fontana con 2 getti che si ricompongono dietro il predatore, oppure formare più gruppi con un numero minore di individui.
In questo modo il predatore non sa proprio che pesci prendere!

Però i predatori hanno affinato diverse tecniche di caccia ai banchi: si radunano formando grossi gruppi che attaccano i banchi da più direzioni inmodo da far disperdere i pesci e per catturare quelli che non riescono a stare uniti al banco