Vivono in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo e compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono, nelle acque subtropicali o tropicali. Si cibano principalmente di krill e piccoli pesci, che cacciano con tecniche particolari come il bubble feeding.
domenica 27 dicembre 2009
Le megattere
Vivono in quasi tutti i mari e gli oceani del mondo e compiono delle lunghe migrazioni per spostarsi dalla zona in cui si cibano, nelle regioni polari, a quelle in cui si accoppiano e partoriscono, nelle acque subtropicali o tropicali. Si cibano principalmente di krill e piccoli pesci, che cacciano con tecniche particolari come il bubble feeding.
sabato 12 dicembre 2009
Non sempre buone notizie...
Il ministero, appresa la notizia ha allertato l’Ispra e la Guardia Costiera che ha mandato lungo il litorale, segnato da avverse condizioni atmosferiche e da mare agitato, una motovedetta della classe 800 che sta pattugliando la zona per monitorare la situazione.
Non è ancora chiaro, spiegano dall’associazione Marevivo, quale sia il fenomeno che ha colpito questi cetacei; ci vorranno una decina di giorni per avere delle risposte certe. L’università di Padova effettuerà delle analisi istochimiche con una necroscopia sui tessuti, mentre l’università di Siena farà delle analisi istologiche per individuare una eventuale contaminazione. Si tratta di due filoni di indagine distinti perchè, spiegano gli esperti, a spingere i capodogli sulla spiaggia potrebbe essere stato un avvelenamento, magari per uno scarico inquinante non autorizzato, ma potrebbe anche essere stato un trauma. A causarlo potrebbe anche non essere stata una collisione diretta ma, per esempio, l’impiego di un sonar ad alta frequenza; oppure l’onda d’urto legata alla escavazione di un pozzo sottomarino. Nel maggio 1996, ricorda Marevivo, tredici esemplari di zifio, un cetaceo di medie dimensioni, finirono morti o morenti sulle spiagge della costa occidentale del Peloponneso, in Grecia, in concomitanza con una esercitazione Nato in cui venivano sperimentati nuovi tipi di sonar a bassa e media frequenza. A finanziare le analisi sarà un progetto di salvaguardia dei cetacei del ministero dell’Ambiente.
Fonte: Il Giornale
sabato 5 dicembre 2009
Periodo di scoperte: nuova specie di Ciprea in Calabria
Questa nuova specie di Ciprea non era mai stata avvistata prima nei mari del pianeta. Quindi, non è neanche catalogata. La scoperta è stata fatta dai ricercatori dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell'ambito del programma Mo.Bio.Mar.Cal (Monitoraggio della biodiversità marina in Calabria) finanziato dalla Regione Calabria. L'area in cui è stata rinvenuta la nuova Ciprea ricade nel Parco Marino Costa degli Dei. La ricerca è stata condotta grazie al supporto di un robot sottomarino (Rov - Remotely Operated Vehicle) comandato dalla superficie, che ha raccolto campioni, immagini e filmati ad alta definizione fino alla profondità di 350 metri.
''Quando l'abbiamo vista per la prima volta - ha dichiarato Simonepietro Canese, responsabile del programma di ricerca dell'Ispra - ci siamo stupiti, perchè non riuscivamo a classificarla in nessuna specie. Così abbiamo mandato le foto all'Università di Genova. E li c'è stata la sorpresa: questa specie non era catalogata. E noi la vedevamo per la prima volta''. ''Con la scoperta del corallo nero avevamo avuto la percezione di una ricchezza straordinaria dei nostri fondali - ha affermato l'assessore regionale all'Ambiente, Silvio Greco. Con i risultati di queste ricerche nei mari calabresi si dovranno riscrivere i libri di biologia marina''.