Due i fenomeni principali: il primo è in Toscana, precisamente a Marina
di Carrara, il secondo in Liguria, nel Golfo dei Poeti a Lerici.
Sulla spiaggia di Marina di Carrara c'è un'invasione di migliaia di piccole "meduse" blu che ha ricoperto l'arenile per un tratto di circa due chilometri. Si tratta di colonie di Velella velella, chiamate comunemente anche Barchetta di San Pietro. Le Velella velella, tipiche del Mediterraneo, viaggiano in grandi gruppi spinte dal vento e dalle correnti e, se il vento le spinge verso la costa, finiscono sulle spiagge, conferendo loro un caratteristico colore azzurro.
Un fenomeno analogo ha avuto luogo qualche giorno fa a Lerici, come del resto avviene da circa 8 anni.
Sulla spiaggia di Marina di Carrara c'è un'invasione di migliaia di piccole "meduse" blu che ha ricoperto l'arenile per un tratto di circa due chilometri. Si tratta di colonie di Velella velella, chiamate comunemente anche Barchetta di San Pietro. Le Velella velella, tipiche del Mediterraneo, viaggiano in grandi gruppi spinte dal vento e dalle correnti e, se il vento le spinge verso la costa, finiscono sulle spiagge, conferendo loro un caratteristico colore azzurro.
Un fenomeno analogo ha avuto luogo qualche giorno fa a Lerici, come del resto avviene da circa 8 anni.
Ma cos'è Velella velella?
Velella
non è una medusa, è una colonia galleggiante di polipi (gli stadi del
ciclo delle meduse che di solito vivono attaccati alle rocce) e da
questi polipi vengono prodotte piccole meduse di pochi millimetri che
nessuno nota. Il nome Velella definisce
una caratteristica importante dalla colonia: una vela.Velella galleggia
sulla superficie del mare e si fa portare dal vento. I suoi polipi,
attaccati sotto la base da cui spunta la vela, sono sospesi nell'acqua
sottostante e catturano tutti gli animaletti che si avventurano in
superficie.
Per
molti anni, a partire dagli anni 70 del secolo scorso, le velelle non
sono mai state così abbondanti. Probabilmente erano influenzate anche
dall'inquinamento da petrolio. Il petrolio galleggia, e anche le
velelle. E quindi la loro presenza ci dice che, almeno nel momento in
cui sono presenti, la superficie del mare non è inquinata.
Le Velelle mangiano tutto quello che trovano subito sotto la superficie del mare. Possono essere piccoli crostacei, ma potrebbero essere anche le uova galleggianti di specie di pesci, come ad esempio le acciughe. Le acciughe producono uova galleggianti proprio a partire da marzo. La presenza di questi banchi di velella proprio nel periodo di deposizione delle uova di acciuga potrebbe avere un forte impatto sulla riproduzione di questa specie ittica. E forse di altre ancora. Se la riproduzione ha un minor successo, dovuto a predazione sulle uova e sulle larve, poi ci saranno minori rese di pesca. I biologi della pesca devono tener conto di queste situazioni, perché se per caso la pesca dell'acciuga dovesse avere una contrazione, forse la risposta a una domanda che magari si porrà tra qualche mese potrebbe essere a portata di mano oggi.
Le Velelle mangiano tutto quello che trovano subito sotto la superficie del mare. Possono essere piccoli crostacei, ma potrebbero essere anche le uova galleggianti di specie di pesci, come ad esempio le acciughe. Le acciughe producono uova galleggianti proprio a partire da marzo. La presenza di questi banchi di velella proprio nel periodo di deposizione delle uova di acciuga potrebbe avere un forte impatto sulla riproduzione di questa specie ittica. E forse di altre ancora. Se la riproduzione ha un minor successo, dovuto a predazione sulle uova e sulle larve, poi ci saranno minori rese di pesca. I biologi della pesca devono tener conto di queste situazioni, perché se per caso la pesca dell'acciuga dovesse avere una contrazione, forse la risposta a una domanda che magari si porrà tra qualche mese potrebbe essere a portata di mano oggi.
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