E' allarme per una delle barriere coralline meglio conservate al mondo, quella del Sudan, sul Mar Rosso. Lo 'Sha'ab Suedi', a nord di Porto Sudan, noto come il 'Giardino dei coralli' e' apparso grigio e senza vita, in due reef dei dieci monitorati dalla spedizione dei ricercatori dell''Alma Mater Studiorum' Universita' di Bologna, a bordo di 'Felicidad II', l'imbarcazione di Aurora Branciamore e sede itinerante di Marevivo in Sudan.
''Solo pochi mesi fa, i coralli e gli animali che vivevano in simbiosi nel meraviglioso reef erano in buona salute: nulla faceva presagire - ha commentato la presidente nazionale di Marevivo, Rosalba Giugni - il disastro dovuto all'aumento della temperatura delle acque che fa vittime eccellenti. Lo stato di salute dei coralli desta in noi molta preoccupazione''.
''Nel Mar Rosso finora non c'è mai stato alcun fenomeno di mortalità di massa dei coralli, come invece avvenne alle Maldive nel 1998 quando andarono persi l'80% dei coralli in acque profonde da zero a 30 metri. La morìa osservata è un segnale importante perchè la prima nel Mar Rosso'', ha sottolineato Stefano Goffredo, capo spedizione Ste (Scuba Tourism for the Environment - Turismo Subacqueo per l'ambiente), progetto dell'Università di Bologna. ''L'ultima estate sudanese è stata caratterizzata - ha precisato Goffredo - da un periodo anomalo e prolungato di caldo. Per lo 'sbiancamento' della barriera bastano pochi gradi, 1 o 2, al di sopra della massima media storica dello specchio d'acqua per far morire l'alga simbiotica con cui i coralli si nutrono di giorno. I coralli, infatti, sono animali predatori che di giorno, alla luce, si nutrono tramite la fotosintesi attivata dalle alghe microscopiche al loro interno; mentre di notte estroflettono i tentacoli attorno alla bocca a caccia di gamberetti e piccoli animali che nuotano nel blu, lo zooplancton. Col caldo - ha detto il capo spedizione Ste - il corallo si stressa per il minor apporto energetico delle alghe che muoiono, e a sua volta muore letteralmente di fame''. Se l'anomalia termica è limitata a qualche giorno, il corallo può riprendersi.
''Abbiamo osservato lo sbiancamento del reef in alcune zone costiere della costa settentrionale del Sudan, un paio di siti in particolare, mentre la situazione migliora off-shore'' ha precisato il ricercatore dell'Università di Bologna, ricordando come la comunità scientifica internazionale tenti di sensibilizzare gli organi politici sul grande pericolo rappresentato dai cambiamenti climatici per la sopravvivenza delle barriere coralline di tutto il mondo.
I ricercatori e l’equipaggio del ‘Felicidad II’ hanno anche ripulito Angarosh, mitica isola formata da conchiglie e coralli, togliendo le migliaia di bottiglie di plastica depositate dalle mareggiate e dalle correnti. Al rientro a Port Sudan, la spedizione è stata accolta dal Ministro del Turismo e della Fauna del governo sudanese, Joseph Malwal, che, toccato dalla relazione dei ricercatori, si è dichiarato disponibile a collaborare nel portare avanti progetti di monitoraggio e di azioni anche repressive per la difesa degli squali, patrimonio del Sudan ormai raro nel resto del mondo. Marevivo da anni si batte per la salvaguardia degli squali: l’associazione, facendo parte di ‘Shark Alliance’, ha messo in atto molte attività - sia parlamentari che di divulgazione - su questo tema di particolare urgenza. I grandi predatori del mare sono in pericolo di estinzione: circa 100 milioni di esemplari all’anno vengono catturati per asportare la preziosa pinna (molto ambita nei paesi orientali) e rigettati in mare ancora vivi, una pratica crudele e distruttiva. “Il Sudan ha ancora un mare selvaggio e ricco, bisogna con tutte le forze cercare di proteggere uno degli ultimi Eden del Pianeta Terra – ha concluso Rosalba Giugni al termine dell’incontro con l’importante rappresentante del governo sudanese - Marevivo sarà disponibile a lavorare in collaborazione con l’università e le istituzioni per questo obiettivo”.
Fonte: ansa.it